Quando da una parte c’è un magistrato che accusa un politico e dall’altra un politico che trasferisce il magistrato, all’occhio del 93% delle persone sentite da un quotidiano la bilancia pende a favore del magistrato. Gli schieramenti politici a favore o contro si sono rovesciati. La faccenda è ancora più inquietante, perché un ex magistrato, che ha fatto carriera politica per la fama acquistata nella sua appassionata lotta contro i politici, sta contro il suo collega di governo. Questo fatto è grave perché riflette la divisione profonda che attraversa i singoli partiti, le coalizioni, le istituzioni e organismi pubblici vari di ogni genere. La conflittualità regna sovrana nel nostro Paese. I motivi sono di natura economica: bassi salari e pensioni, povertà in aumento; di natura sociale: discriminazioni fra cittadini, raccomandati, immigrati, sicurezza nelle città, ripresa del terrorismo islamico e politico; ambientale: nessuno vuole la discarica o l’inceneritore o il rigassificatore nel proprio territorio, non si vogliono le grandi opere che stravolgono l’ambiente, neppure le pale eoliche che deturpano il panorama, non si vuole il nucleare che è pericoloso, si vogliono solo caldaie accese e termosifoni caldi; di carattere ideologico, anticristiano, antireligioso, anticlericale per un ritorno di ateismo (il computer si rifiutava di scrivere questa parola, l’ho dovuta correggere quattro volte) militante; di carattere morale: si vogliono dichiarare legittimi e giuridicamente ammessi e tutelati per legge, anche in ambito medico terapeutico e sperimentale, comportamenti e pratiche che la coscienza collettiva tradizionale ritiene contrari alle leggi di natura. Fisiologica e accettabile fra tutte sarebbe la competizione sportiva, ma anche quella spesso degenera in lotte tra tifoserie che fanno molto male. Prendere atto di questa situazione con serietà e sofferenza è un primo passo per superarla. Se ne è fatto carico il presidente Napolitano che, sulla vicenda Mastella – De Magistris, ha dichiarato la ‘sua viva preoccupazione’ ed ha invitato la parti a fermarsi per non creare ulteriore sconcerto nell’opinione pubblica. Assicura anche la sua ‘vigile attenzione perché sia assicurato il pieno, doveroso sviluppo delle indagini in corso’. Già in precedenza Napolitano aveva espresso ferma riprovazione per una politica ossessionata da se stessa e non sempre attenta ai problemi della gente, ed inoltre intesa come scontro frontale che ‘intossica’ la vita della nazione e oscura anche le cose buone che vi sono e che si fanno. A confronto con tale descrizione negativa vorremmo porre l’immagine unitaria e gioiosa di un’assemblea di cattolici che si sono ritrovati nella celebrazione della Settimana sociale sul ‘Bene comune’, che si è svolta a Pistoia e Pisa nei giorni scorsi (vedi art. a p. 7). Non sempre i cattolici, presi singolarmente, sono stati di esempio, ma la coesione di fondo in un progetto di società, la spiccata levatura intellettuale, culturale e morale di tantissime persone che hanno lavorato per il bene comune, con amore sincero alla Nazione nelle prime file, nelle seconde e in quelle anonime terze file delle sezioni di periferia e dei gruppi parrocchiali, dovrebbero essere ricordate in questi momenti, e dovrebbero anche suscitare qualche idea di ricompattazione forte e solidale che possa formare lo zoccolo duro e resistente contro le spinte centrifughe che dividono la casa comune e la mandano in rovina, secondo il detto evangelico secondo cui una casa divisa in se stessa va in rovina.
La casa divisa va in rovina
AUTORE:
Elio Bromuri