Cattolici tra Scilla e Cariddi

Ad ogni pié sospinto i cattolici devono registrare la difficoltà di andare avanti nell’impegno politico e di trovare compagni di viaggio affidabili in tutto, senza riserve mentali o pratiche. Da una parte si trovano a doversi smarcare da coloro che cercano ogni via per equiparare le unioni di fatto alla famiglia, quella dell’articolo 29 della Costituzione, cioè l’unione di un uomo e una donna legati dal matrimonio. Sta succedendo con la Finanziaria, in cui è previsto per l’eredità lo stesso trattamento agevolato riservato al coniuge e al figlio anche al convivente, con le conseguenze che ciò può comportare nella vita di relazione e nella concezione della famiglia. L’altra situazione imbarazzante è quella che si esprime nella richiesta di staccare la spina a un malato che lo chiede, volendo portare un caso personale a livello di norma generale. Si fa confusione tra diritti e desideri, proponendo un’etica della compassione (Flamigni) che consente di uccidere per pietà, rifiutando l’etica della verità che afferma l’indisponibilità della vita umana. I cattolici si ritrovano uniti nello schieramento politico anche con coloro che fanno lo sciopero della fame per forzare la mano ed esercitare una forma di pressione su giudici e legislatori. La posizione dei cattolici, invece, senza avallare l’accanimento terapeutico, è quella di prendersi cura della persona malata, assicurando assistenza dei medici, secondo scienza e coscienza e la vicinanza affettuosa e partecipe delle persone care. Dall’altra parte si trovano situazioni non meno contraddittorie, come il caso di questi giorni di una persona, sicuramente onesta ed in buona fede, che afferma una doppia appartenenza, cattolica e massonica. Ora, sostenere ciò non è coerente per il fatto che l’appartenenza alla massoneria, da parte di un cattolico, vorrebbe dire aderire a un’istituzione che ha come fine primario e originario, almeno nei principi fondamentali, la distruzione delle religioni positive per sostituirle con una religione di tipo naturale e razionale. Le scuole e le logge massoniche si sono diversificate nel tempo e nelle nazioni, ma la linea di fondo è quella della sostituzione dell”ignoranza fideistica’ delle religioni popolari con la conoscenza superiore dei maestri che hanno raggiunto la ‘gnosi suprema’. Sul piano politico ed economico questa appartenenza tende a sforare le cortine dei partiti e aprire convergenze e alleanze sfuggenti, più larghe e imprecisabili. Che poi vi sia un dialogo tra Chiesa e massoneria, come è stato sostenuto, non mi risulta. Probabilmente però, almeno per quanto si dice in Umbria, numerose logge presenti nel territorio non hanno altro scopo che una fratellanza in vista di affari e di successo. Insomma il potere davanti alle idee, la prassi economica davanti alla dottrina esoterica. Al fondo di tutto rimane una grande confusione d’idee e il desiderio di appartenere a qualche carro considerato vincente. Per propria coerenza, e, pensiamo, per una maggiore umanizzazione della società, i cattolici dovrebbero avere la possibilità di essere se stessi, accomunati tra loro da quei due grandi principi dell’ordine sociale che sono la sussidiarietà e la solidarietà nella cornice dei valori fondamentali su cui si regge il vivere comune di questo Paese, sanciti dalla Costituzione.

AUTORE: Elio Bromuri