Sono troppo importanti le sfide che ci stanno davanti per restare ancorati a vecchi schemi o per limitarsi a frasi di circostanza. Così la visita ufficiale del presidente Napolitano a Benedetto XVI è stata l’occasione per interventi non formali. Il Presidente italiano ha detto senza mezzi termini che la politica ha bisogno di ‘un nuovo e più profondo respiro’, che quello di ‘rinsaldare l’unità della nazione e la coesione della società italiana’ è un ‘assillo’, che sui problemi vecchi e nuovi della famiglia, della vita e della libertà di educazione si può forse fare di più se si esce da una contrapposizione partigiana. La visita, d’altra parte, suggella ulteriormente un rapporto speciale. C’è infatti, e non ha mancato di sottolinearlo il Papa, ‘quel particolare legame di fede e di storia’ che lega l’Italia al Papa, c’è il fatto che ‘è nell’uomo che Chiesa e Stato si incontrano e collaborano per meglio promuoverne il bene integrale’. Entrambi hanno infatti ribadito l’impegno espresso nella revisione del 1984 degli Accordi concordatari per la ‘reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e per il bene del Paese’, nel quadro dei valori costituzionali, come pure l’apprezzamento ‘della dimensione pubblica del fatto religioso’. Se è vero che l’Italia oggi ha un problema di ‘ripartenza’, che di fatto si trascina dall’inizio degli anni Novanta, la sfida non è solo sul piano dell’economia. È anche una questione di tessuto civile, etico, culturale, di prospettiva complessiva di sviluppo. È anche qui che si colloca l’impegno della Chiesa, e segnatamente proprio dei laici. Ha tenuto a ribadirlo il Papa, sulla scorta del recentissimo Convegno ecclesiale di Verona. A scanso di equivoci ha ripetuto che la Chiesa non è e non intende essere un agente politico, ma ha ‘un interesse profondo per il bene della comunità politica’. Di qui l’impegno dei laici a ‘costruire un giusto ordine nella società’, armati della ragione e ispirandosi a ‘valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano’. Ecco allora l’agenda dei grandi temi, su cui occorre lavorare, investire, misurarsi, agire: sono ‘le grandi sfide attuali, rappresentate dalle guerre e dal terrorismo, dalla fame e dalla sete, dalla estrema povertà di tanti esseri umani, da alcune terribili epidemie, ma anche dalla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e dalla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio e prima responsabile dell’educazione’. Sono temi ‘clericali’? Su questi si intende imporre un punto di vista ‘clericale’? Si intende piuttosto sottoporre al libero gioco democratico una posizione aperta, che può essere largamente condivisa proprio perché intrinsecamente ragionevole e positiva ‘per il bene di tutta la società e in nome di valori che ogni persona di retto sentire può condividere’.
Una politica di più ampio respiro
AUTORE:
Francesco Bonini