‘Nel quadro generale dei grandi fenomeni migratori, è forte la presenza islamica in Europa e ormai anche in Italia’ – ha detto tra l’altro il cardinale Ruini chiudendo il Convegno ecclesiale di Verona. E sono ormai quotidiane, anche se spesso enfatizzate, discussioni e polemiche legate ad alcuni aspetti di questa presenza e dell’identità islamica, anche in Italia, da ultimo a proposito dell’obbligo del velo. Senza enfatizzare né questo né altri episodi che si succedono con cadenza sempre più ravvicinata, è certo che qui in Italia, oggi, la presenza islamica e i suoi risvolti sul sistema della comunicazione rappresentano soprattutto una sfida da accogliere in positivo, come occasione privilegiata per ripensare e rilanciare quel complesso di valori e di principi ‘identitari’ nel senso positivo, aperto e fondativo del termine. Nel momento in cui necessariamente si apre al confronto e all’accoglienza, la nostra comunità nazionale – in concreto, tutte le comunità locali – si misura prima di tutto con se stessa, con la sua storia, con la sua solidità, con la sua vita. Questo dato, pure elementare, qualche anno fa non sembrava per nulla presente: eravamo ancora legati ai vecchi canoni della ‘secolarizzazione’ o di una ‘laicità’ a senso unico, schemi che oggi si dimostrano non più utili, nel concreto delle situazioni. Oggi la premessa e la condizione per un dialogo aperto e positivo, un incontro che permetta da un lato l’accoglienza, dall’altro l’armonia e il buon ordine, sollecita a un nuovo atteggiamento. Nella realtà della vita è sempre più richiesto un limpido riferimento ai principi, e dunque una positiva, aperta riconsiderazione dell’eredità e dell’identità cristiana, come costitutivo elemento e, dunque, positivo contributo allo sviluppo dell’identità civica, dell’identità nazionale, in un quadro mondiale ricco di sfide. Il passaggio è delicato, in quanto non manca l’impressione che questa necessaria e strutturale riscoperta dell’identità e del creativo riferimento ai principi e valori cristiani come autenticamente umani, corrisponda a forme di ‘restaurazione’. È vero proprio il contrario, come dimostra il magistero del Papa, il suo instancabile, mite, amorevole prodigarsi per la verità e l’amore, e dunque per il dialogo e per la pace. E da ultimo il suo appello per l’Iraq, oggi uno dei paradigmi di una strumentalizzazione della religione, e di una pace possibile eppure così lontana. Esemplare diventa così la sua recentissima ‘supplica all’Onnipotente affinché doni la fede e il coraggio necessari ai responsabili religiosi e ai leader politici, locali e del mondo intero, per sostenere quel popolo sulla strada della ricostruzione della Patria, nella ricerca di equilibri condivisi, nel rispetto reciproco, nella consapevolezza che la molteplicità delle sue componenti è parte integrante della sua ricchezza’.
Identità senza veli
AUTORE:
Francesco Bonini