Da Roma a Verona

Il convegno di Verona è il quarto della serie. Non è per niente fuori luogo ricordare che tutto è nato dal Concilio Vaticano II. Senza di esso, certe manifestazioni difficilmente avrebbero potuto avere luogo. È all’interno della sua ricezione infatti che si sono sviluppati i piani pastorali dell’intera comunità italiana, al cui centro sono poi confluiti i tre convegni precedenti e il quarto dell’attuale decennio. 1970: ‘Evangelizzazione e sacramenti’, col convegno di Roma del 1976 sul tema ‘Evangelizzazione e promozione umana’; 1980: ‘Comunione e comunità’, col convegno di Loreto del 1985 sul tema ‘Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini’; 1990: ‘Evangelizzazione e testimonianza della carità’, col convegno di Palermo del 1995 sul tema ‘Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia’; ora: ‘Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia’, con il convegno di Verona dedicato al tema ‘Cristo risorto speranza del mondo’. Tutto si potrà dire ma non che i temi non siano centrali nella vita della comunità cristiana in questo difficile, ma anche meraviglioso e suggestivo periodo post-conciliare. Temi che impegnano a fondo le nostre chiese sia al loro interno che nel sempre più difficile rapporto con la società. Una scansione attualissima del rapporto Chiesa-mondo, che rimane uno dei temi più centrali e più innovativi del Concilio. Fa da cornice e da contenitore la grande idea dell’evangelizzazione, a cui Paolo VI aveva dedicato uno dei suoi migliori documenti, l’ Evangelii nuntiandi , e su cui Giovanni Paolo II aveva centrato l’intero suo pontificato. La chiamata alla nuova evangelizzazione diventava il grande impegno dei cristiani del terzo millennio. Nuova perché quell’antica, di cui anche noi siamo figli, è stata dimenticata, in non pochi casi perfino tradita; nuova, fu detto, per l’entusiasmo con cui dev’essere portata avanti; nuova perché le condizioni culturali e sociali sono ora profondamente cambiate. Il tema della promozione umana, della comunione, della testimonianza della carità, della speranza sono sempre di fronte a noi. Nel suo cammino e nel suo sforzo, la Chiesa non esaurisce mai l’impegno che le sta davanti. Il Vangelo è la sua utopia, verso la quale essa deve camminare pur nella consapevolezza di non poterla mai raggiungere, qui in terra, totalmente. Per questo, nel tema della speranza tutto il passato è come ripreso, riassunto e trasceso. La speranza è l’adempimento di tutte le nostre attese e di tutti i nostri desideri, la risposta alle grandi promesse, alla grande Promessa, che giace nel profondo dei nostri cuori e nelle pagine luminose della rivelazione cristiana. La speranza è lo shalom biblico, che riassume in sé tutte le speranze umane assorbite e trascese nella grande speranza cristiana. Una speranza che riempie l’ultimo futuro, ma illumina e colora anche il cammino della storia. Realtà oltre la storia, la speranza ha anche una sua dimensione storica. È infatti questo mondo che diventerà altro e lo diventerà anche con il contributo dell’uomo, chiamato a collaborare col piano di Dio. La liturgia così prega: ‘La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo’. Una preghiera che è anche un programma. Del convegno e della vita.

AUTORE: Giordano Frosini