Fratellini scomparsi

Anche se è sceso un velo di silenzio e un’ombra di pudore sulla vicenda dei due fratellini di Gravina di Puglia, scomparsi dalla casa del padre al quale erano stati affidati a seguito della divisione tra i coniugi e la conseguente spartizione della prole, la vicenda pesa sulla coscienza collettiva e rimane appesa davanti agli interrogativi di senso che tutti si pongono. La triste storia fa emergere una situazione conflittuale della famiglia di cui i figli sono le prime vittime. Ciò è avvenuto nonostante le nuove leggi del doppio affidamento, nonostante le leggi e i tribunali per minorenni. Questa società non riesce oppure non si preoccupa di aiutare e proteggere i figli, in caso di conflitto tra i genitori, non tutela la loro serenità. Forse è qualcosa che va oltre gli sforzi. In questi casi si può solo prevenire il danno e non eliminarlo. Quella di Gravina non è la sola situazione familiare, né la sola storia di scomparsa di bambini. Nella nostra società, i numeri delle separazioni, dei divorzi, delle liti per l’assegnazione e la gestione dei figli, sono in costante aumento. I fatti tragici, passati i momenti di commozione o di indignazione, si coprono di una coltre di indifferenza, oppure si usano strumentalmente come materiale da spettacolarizzare nei Talk show televisivi. Non ci si interroga se questo fenomeno, come altre deplorevoli vicende, trae origine dagli stili di vita, dalla mentalità diffusa, intrisa di durezza, grettezza ed egoismo. (Che tipo di società viene fuori dagli scandali scoppiati in vari settori della società in questo ultimo periodo?). Non sfiora il sospetto che le alternative alla famiglia, come è prefigurata nell’ordine naturale delle cose, possano precostituire condizioni sfavorevoli alla serietà, fedeltà, responsabilità, senso del dovere, capacità di sacrificio e donazione di sé, atteggiamenti e comportamenti necessari alla vita di famiglie dove i figli stanno bene e si sentono accolti ed amati. Oltre ai fatti singoli di condizioni di disagio e sofferenza vi sono anche le statistiche. Secondo l’associazione internazionale ‘Amici dei bambini’ (Aibi) la situazione dei minori nel mondo rappresenta quella che chiama la ‘quarta emergenza umanitaria del pianeta’ che definisce come ‘l’abbandono dei minori’. In un recente incontro dell’Associazione a Roma (20 giugno) è stata presentata la proposta di costituire un Osservatorio permanente per far fronte all’abbandono dei bambini, che non avviene soltanto nei Paesi poveri, ma anche in quelli sviluppati. Si calcola che vi siano 40 mila bambini abbandonati in Francia, 30 mila in Italia. In questi numeri di bambini abbandonati vi sono anche i piccoli che, pur vivendo nella propria famiglia d’origine, sono trascurati dai loro genitori, dai quali non ricevono un’adeguata risposta ai loro bisogni affettivi. La risposta a tale ’emergenza’ non potrà venire da leggi adeguate seppur necessarie, ma dal risanamento della società, che sia disposta a mettere i bambini al centro dei suoi interessi e delle sue risorse, soprattutto in ambito educativo. Risanamento che passa attraverso la famiglia: ‘L’unica vera azione che risponde ai bisogni fisici e psichici di un bambino abbandonato è l’accoglienza che solo due genitori, naturali o adottivi, possono garantire’. Questo si dice all’Aibi. E questa dovrebbe essere la prospettiva di una società cosciente e matura, che punta e spera nel futuro.

AUTORE: Elio Bromuri