Dal concetto al contatto

C’è stato un tempo in cui un buon parroco stendeva un suo catechismo adatto per i suoi fedeli. I Padri della Chiesa fin dalle origini si sono impegnati nella elaborazione di una dottrina cristiana da offrire alla popolazione anche semplice e ignorante (De Catechizandis rudibus di Sant’Agostino). La Chiesa è intervenuta in ogni periodo della sua storia per dare delle direttive e dei veri e propri testi e così hanno fatto anche famosi riformatori quali Lutero (Il Grande e il Piccolo catechismo). La fede cristiana in quanto tale è sempre identica e tuttavia nei catechismi si riflette la vita e la storia di un determinato periodo della Chiesa. Dopo il Concilio Vaticano II c’è stato il rinnovamento della teologia e di conseguenza si è proceduto al rinnovamento della Catechesi di cui da più tempo si sentiva l’esigenza e che ha impegnato molto le chiese cattoliche locali nel mondo. Si sono fatti accesi dibattiti e si è fatto un punto di paragone con il Catechismo di Pio X, considerato un modello da non ripetere in quanto troppo freddo, concettuale e astratto, preoccupato della illustrazione del dogma più che della narrazione della storia della salvezza, facile da memorizzare ma meno adatto a muovere in profondità dei sentimenti. Ma a fronte di questi sforzi molti hanno constatato, (Joseph Ratzinger tra i primi), ‘l’esito catastrofico della catechesi moderna’ e la crescita dell’ignoranza religiosa. Dopo il Concilio Vaticano II (1962-65), non si è riusciti concretamente a trasmettere i contenuti della fede cristiana. Nel 1992 è stato pubblicato il Catechismo della chiesa cattolica, punto fermo e alto di sintesi della fede cattolica tradizionale e delle modalità di ‘aggiornamento’ avvenute nel Concilio del XX secolo. Ma fin da allora si è sentita l’opportunità di un riassunto breve, semplice, agile, in forma di domanda e risposta, che racchiudesse tutti gli aspetti essenziali della fede. È toccato alla stessa persona che lo ha ideato e realizzato, divenuto Papa, di affidarlo alla Chiesa e al mondo. A prima vista ricorda il catechismo di Pio X. Ma ritengo che la somiglianza sia solo formale oltreché nella dottrina. Nello specifico, in quanto genere letterario, mi pare diverso fin dalle prime domande. Facciamo un esempio. Le prime domande del catechismo di Pio X suonano: Chi ti ha creato? Risposta: Mi ha creato Dio. Seconda domanda: Chi è Dio? Risposta: Dio è l’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra. Cosa vuol dire perfettissimo? ecc. Il nuovo catechismo inizia: Qual è il disegno di Dio per l’uomo? La risposta di cinque righe e mezza è già una piccola narrazione dell’opera di Dio Padre che ha creato l’uomo e nella pienezza dei tempi ha inviato il Figlio per farci diventare suoi figli attraverso l’opera dello Spirito santo. Nel primo catechismo abbiamo il concetto, nel secondo si cerca di più il contatto. Il primo è conoscenza, intelligenza della fede, il secondo è coinvolgenza, appartenenza all’Autore della vita. Detto in modo schematico e prescindendo da ogni nostra opinione è certo che Benedetto XVI sta chiudendo in questo modo il cerchio aperto con il Concilio e mettendo in chiaro i termini della fede e della vita cattolica in un linguaggio facilmente comunicabile anche attraverso i nuovi media.

AUTORE: Elio Bromuri