Le due sfide

Sono probabilmente due le sfide principali che stanno dinanzi al terzo Governo guidato da Silvio Berlusconi, il ‘bis’ di questa legislatura. La prima è risalire la china dei consensi elettorali, dopo la sonora sconfitta alle regionali, la seconda è avviare la costruzione del centro-destra come spazio politico strutturato, come attore permanente di un sistema politico italiano in cerca di un approdo di stabilità. Le due sfide sono collegate, anche se ovviamente prioritario è recuperare consensi, elaborando una convincente proposta di fine legislatura. Il tempo stringe e nessun valzer di poltrone ministeriali, ancorché limitato al massimo, come in questo caso, risulta indolore, in termini di rapporti tra forze politiche e di aspettative personali. Si tratta di recuperare dall’astensione e di convincere l’opinione pubblica ad interrompere una sorta di uso ‘per disperazione’ delle alternanze individuato come modalità estrema ‘ venendo progressivamente meno le forme tradizionali di partecipazione politica e non emergendo convenientemente quelle nuove – per dare voce ai numerosi problemi, alle questioni evidenti di questa fase di bassa congiuntura. Forse è vero, come sembrerebbero indicare diversi studi sociologici, che in realtà la situazione economico-sociale è percepita come peggiore di quelle che le cifre ci dicono dovrebbe essere realmente, ma è evidente il disagio. E anche Berlusconi ne ha preso atto, indicando tre evidenti priorità: i bilanci familiari e il potere d’acquisto, il Sud, il rilancio dell’imprenditorialità e delle imprese. Riuscirà la nuova ‘squadra’ a trasmettere un senso di operosità e di concretezza, di rigore e nello stesso tempo di slancio, di onestà e di disinteressata cura del bene comune? Certo è che non è tempo di dichiarazioni roboanti, anche perché l’opposizione manterrà un atteggiamento di semplice attesa, un po’ per non fare emergere le proprie divisioni, un po’ confidando nel ciclo delle ‘alternanze per disperazione’. Siamo così al secondo ordine di questioni, relativa allo sviluppo del sistema politico, che non investe solo il centro-destra, ma anche lo schieramento opposto: questo anno, infatti, sarà molto importante per capire come evolverà il bipolarismo italiano. Da questo punto di vista, oltre al dato, che pure non è da sottovalutare della ‘cucina politica’, emergono alcuni temi strutturali. Il primo – e più evidente – è quello dei principi e dei programmi. Tramontata, infatti, la strada di confezione ‘artificiale’ del bipolarismo che ha nel progetto di riforma della seconda parte della Costituzione attualmente in discussione il massimo punto di forzatura, ritornano le questioni strutturali sul modello di relazioni sociali e sulla concezione della persona umana nella sua identità profonda. In un’Europa alle prese con le difficili ratifiche del Trattato e la domanda sul suo futuro, in un mondo accelerato.

AUTORE: Francesco Bonini