Incombe l’ombrellone. La politica umbra sta per andare in ferie ma, prima di sfoderare pinne, fucile ed occhiali, i protagonisti del confronto sono chiamati ad un doveroso bilancio di quanto fatto sinora (!) e di quello, ed è molto, che li attende alla riapertura settembrina dei palazzi del potere. Da un anno a questa parte, da quando cioè governa l’Umbria la Giunta della diessina Maria Rita Lorenzetti, il dibattito politico a livello locale sembra aver imboccato, anche sull’onda di cambiamenti nazionali in atto od in itinere, un crinale che non è di facilissima lettura, neanche per navigati “addetti ai lavori”. I fatti, comunque, sono questi: primo, la presidente è stata eletta direttamente dai cittadini umbri; secondo, questo le ha conferito un potere diverso rispetto ai passati capi degli esecutivi locali, sicuramente più sbilanciato verso un decisionismo pragmatico, di drastico accorciamento semplificatorio rispetto alle procedure tradizionali del confronto con l’ organismo assembleare, il consiglio; è in atto dunque, anche in Umbria, un dibattito di un certo livello sui rispettivi ruoli di Giunta e Consiglio regionale, per un equilibrio che sia produttivo per la collettività dei rappresentati. Il terzo fatto è rappresentato proprio dall’ accresciuta visibilità politica della Presidente rispetto ad un generale offuscamento del protagonismo dei singoli partiti rispetto all’ ormai inarrestabile (e da tutti perseguita) tendenza alla polarizzazione e semplificazione del confronto: una polarizzazione spesso però inficiata da un nuovo protagonismo, quello dei singoli esponenti dei singoli partiti, all’ interno dei quali (sia a destra sia a sinistra sia al centro) la litigiosità è arrivata, specie in sede di decisione delle candidature alle elezioni, a livelli di astio personale. La difficoltà dei Ds umbri ad individuare un sostituto al segretario regionale uscente è indicativa della fine di una stagione politica, quella in cui tutto procedeva secondo consolidati ed inconfutabili meccanismi di perpetuazione del potere. Ora proprio le accresciute autoproposizioni (in molti pensano, come il Re Sole, che dopo di loro ci sia il diluvio) inseriscono continui e fastidiosissimi granelli di sabbia in ingranaggi che già l’usura degli anni aveva messo seriamente in discussione. Sarà anche per questo che la stessa presidente Lorenzetti, ben consapevole di dovere per forza di cose interpretare un ruolo preminente e decisivo nella politica umbra, più di sindaco di tutti gli umbri che di presidente di Giunta, ha continuato a sollecitare, ed ancora non ha smesso, un vero “gioco di squadra” per governare. Gioco di squadra, nell’ottica lorenzettiana, è concetto assai esteso: chiama in causa il suo partito, ad evitare conflitti interni (come quello, politicamente senza costrutto, della “folignizzazione” dell’esecutivo) che risulterebbero dannosi per la Quercia stessa, sollecita i compagni di cordata della coalizione (nel frattempo, il Pdci si è perso per strada) a non remare contro e cerca di superare il vecchio e consolidato vizio campanilistico che da sempre mette “l’una contro l’ altra armate” le singole autonomie locali dell’ Umbria (mai come adesso che la governa un sindaco diessino Terni sembra soffrire il confronto con Perugia). Il primo e più pressante impegno per la politica umbra dopo le ferie, quello per il nuovo statuto dell’ ente, chiama tutte le componenti, partitiche, istituzionali e sociali, ad un serio gioco di squadra: perchè si parla delle regole che dovranno consentire ad una regione che alcuni avevano già dato per spacciata non solo di sopravvivere, ma di incamminarsi sulla strada di un serio e duraturo progresso. Che le ferie agostane portino il giusto consiglio.
La Lorenzetti riuscirà a porre rimedio alla litigiosità della sua coalizione?
La Politica 'chiama' i partiti. Primo confronto lo Statuto
AUTORE:
Daris Giancarlini