L’Umbria è una delle regioni italiane che maggiormente si interrogano sul futuro delle attività legate alla Protezione civile, dopo la chiusura dell’Agenzia creata sulla scorta delle esperienze maturate nella fase di emergenza che seguì il sisma del 1997. Venerdì scorso, con un decreto legge varato dal Consiglio dei ministri, era stata abrogata la struttura prevista dalla riforma Bassanini del luglio 1999. Il provvedimento, che riconduce al premier tutte le competenze in materia, è stato proposto dallo stesso Berlusconi e dal Ministro dell’Interno. Un’iniziativa finalizzata – secondo quanto illustrato da Palazzo Chigi – a garantire una centralità politico-operativa per assicurare il corretto e regolare funzionamento delle strutture che lavorano nel settore. La decisione del Governo ha destato sorpresa in particolare tra le amministrazioni delle regioni italiane che negli ultimi tempi hanno subìto calamità naturali, dato che l’Agenzia era nata anche grazie al concorso della Conferenza unificata Stato-Regioni e aveva coordinato gli interventi di emergenza per le ultime alluvioni. Umbria e Marche sono intervenute in modo congiunto esprimendo stupore e rammarico per le scelte del Consiglio dei ministri. Dello stesso tenore anche la lettera scritta a Barberi dai sindaci di alcuni dei comuni umbri e marchigiani maggiormente colpiti dal sisma del 1997. In un documento unitario, gli amministratori di Gualdo Tadino, Fabriano, Bastia Umbra, Foligno, Nocera Umbra e Valtopina hanno espresso la speranza che il lavoro e l’esperienza di Barberi non si disperdano e che sia comunque garantito l’impegno in favore delle popolazioni colpite dal sisma di quattro anni fa. Luciano Tortoioli, il funzionario regionale umbro delegato per questo settore, spera che ora ci sia attenzione da parte del Governo nel ridisegnare al più presto competenze e percorsi. L’Agenzia diretta da Barberi, come struttura in parte esterna all’apparato statale, rispondeva all’esigenza di agilità per gli interventi in situazioni di calamità e il personale che la guidava garantiva continuità con le attività del dipartimento per la Protezione civile. Riusciranno le nuove strutture dirigenti a riorganizzare compiti e servizi in tempi brevi? Secondo Tortoioli, saranno decisive proprio le scelte relative al personale. Se dovessero cambiare i nostri referenti, ha commentato Tortoioli, potrebbe esserci una ripercussione anche sui tempi della ricostruzione, se non altro perché sarà necessario stabilire relazioni con i nuovi responsabili che avranno anche bisogno di conoscere e capire ciò che è stato fatto.
Protezione civile: l’Umbria si interroga sul futuro
Protesta dalle Regioni per la chiusura dell'Agenzia diretta da Franco Barberi
AUTORE:
Daniele Morini