Occorre fare meglio e di più. Così la pensano le cooperative umbre e i soggetti che operano nei centri di assistenza per anziani in merito agli ultimi provvedimenti presi dalla Regione e, più in generale, alla situazione complessiva dei servizi per la terza età. Servizi per cui i fondi diminuiscono di anno in anno, in una regione come l’Umbria dove, invece, gli “over 65” sono aumentati dal 12 per cento del 1971 al 23,1 per cento del 2011, e in cui ammontano a 66 mila gli ultra-ottantenni.
Per questo i rappresentanti di Agci, Acradu, Acrit, Anaste, Arcst-Legacoop, Federsolidarietà-Confcooperative, Sodalizio di San Martino e Forum regionale del terzo settore hanno dato vita ad un Coordinamento stabile sul tema dei servizi agli anziani. “Non è la prima volta che lavoriamo insieme – dice Carlo Di Somma, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Umbria. – Questa volta abbiamo deciso di collaborare per coordinare e decidere una strategia comune, al fine di avere un peso maggiore, in quanto uniti, al momento del confronto con la Regione”.
L’obiettivo del Coordinamento è, infatti, quello di chiedere con urgenza un incontro alla Regione per la costituzione di un tavolo permanente di concertazione per affrontare tutte le problematiche legate all’assistenza degli anziani in Umbria. I temi sul tappeto sono tanti, e vanno dalla valutazione dei gradi di assistenza da erogare nei vari servizi, alla ridefinizione degli standard, alle risorse, alle liste d’attesa. “Va riorganizzato tutto il settore dei servizi agli anziani – spiega ancora Di Somma. – Molti sono i problemi legati, ad esempio, all’organizzazione, alla qualità dei servizi e al nuovo Regolamento per le strutture e le residenze per anziani autosufficienti. Solo per fare qualche esempio, pensiamo alla questione delle rette, un onere economico non sempre adeguato, e fermo da anni. Noi del Coordinamento pensiamo che le rette vadano aggiornate e modulate in base al tipo di assistenza che il paziente richiede. Ci sono poi da rivedere – continua Di Somma – i criteri e gli standard relativi al rapporto utente/personale e da abbreviare i tempi di ricollocazione degli anziani da strutture per persone autosufficienti a istituti per non autosufficienti”.
Per non parlare del problema delle liste d’attesa: poco più di 2.000 i posti disponibili in un territorio tra i più anziani d’Italia, troppo pochi per assorbire tutte le richieste. Tanti i nodi da sciogliere, quindi, faccia a faccia con la Regione – che in questi giorni ha, tra l’altro, approvato la legge che tutela la promozione e la valorizzazione dell’invecchiamento attivo, vista positivamente dal Coordinamento – a cui cooperative e gestori, insieme ad altri soggetti eventualmente interessati ad un confronto produttivo in questo ambito, presenteranno a breve una piattaforma di proposte.