Il referendum sulle indennità dei consiglieri regionali è stato fissato dalla presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti, per il prossimo 11 novembre. La decisione rispetta la legge (la 22 del 1997) che prevede l’automatica sospensione del referendum, previsto in un primo tempo per il 10 giugno, quando ci siano concomitanti elezioni, amministrative o meno. In questo caso domenica 27 e lunedì 28 maggio si svolgeranno in Umbria le votazioni per l’elezione diretta del sindaco ed il rinnovo dei Consigli comunali a Bettona, Cascia, Deruta, Monteleone di Spoleto, Todi, Valtopina (Perugia), Attigliano, Narni e Parrano (Terni), con eventuali turni di ballottaggio da tenersi domenica 10 e lunedì 11 giugno. La stessa legge prevede che il Presidente della Giunta possa fissare la nuova data della consultazione referendaria in una domenica compresa fra il 1’ottobre e il 15 novembre dello stesso anno (oppure l’anno successivo, in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno). Tutto risolto con il battagliero comitato? È indubbio che la sua attività ha costretto, nel tempo, a discutere della questione ‘ abbassare le cifre mensilmente percepite dai consiglieri regionali, circa 12 mila euro secondo il comitato promotore del referendum ‘ anche se forse l’obiettivo del comitato, cioè dimezzare le cifre, non verrà raggiunto. Infatti il referendum ridurrà del 10 per cento gli attuali stipendi degli eletti a palazzo Cesaroni. La consultazione potrebbe essere evitata – con un relativo risparmio di denaro pubblico per la collettività umbra ‘ se un disegno di legge venisse approvato nel frattempo dall’assemblea del Consiglio regionale. Infatti nei prossimi giorni la prima commissione consiliare di palazzo Cesaroni dovrà affrontare due disegni di legge sull’argomento, di cui uno di iniziativa della Giunta regionale, Disposizioni in ordine alle indennità dei Consiglieri regionali, del Presidente e dei componenti della Giunta regionale, che aveva provocato tante polemiche, in particolare dal Prc, per la supposta interferenza da parte della Giunta nei confronti del Consiglio regionale. Un altro è stato depositato da pochi giorni da parte di alcuni consiglieri regionali. In entrambi i casi si tratta di iniziative tardive, rispetto ad un referendum che aveva raccolto migliaia di firme e viene percepito dalla ‘gente’, alla quale si rivolgono sempre gli esponenti politici, come una necessità per ridurre i costi della politica. Se le cifre indicate dal comitato – 12 mila euro mensili per ciascun consigliere regionale – diventassero ‘solo’ la metà, cioè 6 mila euro, consentirebbero comunque un vitalizio dignitoso per ogni componente del Consiglio regionale umbro. Va ricordato che, per effetto di una norma della finanziaria del governo Berlusconi, già era stata diminuita del 10 per cento l’indennità dei consiglieri regionali. Fatti concreti, duraturi nel tempo, per ridurre il costo della politica e lo spreco di denaro pubblico rappresentano una esigenza non più rinviabile da parte degli amministratori umbri, in un periodo economico non certo esaltante. La riduzione delle indennità dei consiglieri regionali potrà però avere un forte significato, non solo simbolico, se sarà seguita da un comportamento coerente in tutti gli altri settori della macchina amministrativa regionale per abbattere radicalmente le spese inutili.
’12mila euro al mese sono troppi’
IL REFERENDUM sugli stipendi dei consiglieri regionali è stato rinviato a novembre, ma il problema resta, più urgente che mai
AUTORE:
Emilio Querini