Chi sente il bisogno di una nuova autostrada Orte-Mestre? La domanda se l’è fatta una giornalista di Repubblica e ha dato una sua risposta, pubblicandola lunedì scorso. La risposta è che i soli interessati sono quelli che si aspettano di guadagnarci sopra, cioè i costruttori. Da assoluto incompetente lascio tutta la responsabilità dell’affermazione al suo autore. Tuttavia porsi la domanda è lecito, se non altro perché la storia, e anche la geografia, dell’Italia sono piene di opere pubbliche grandi e meno grandi che hanno portato danni al territorio e non hanno portato utilità a nessuno – spesso anche perché mai finite – se non, appunto, a chi ci ha guadagnato sopra. Qualche settimana fa ho citato una ferrovia in quel di Matera, ma l’elenco potrebbe essere infinito.
Vediamo ora il caso dell’autostrada Orte-Mestre. Ci riguarda perché dovrebbe attraversare tutta l’Umbria da sud a nord, sul tracciato dell’attuale E 45. Ma ci sono una sacco di domande da farsi. Se la decisione è stata presa, chi l’ha presa, quando e come? Quanto e come la popolazione umbra è stata coinvolta nel dibattito? Si sa veramente in che cosa dovrebbero consistere i lavori? E quanti anni dovrebbero durare? Quanto costeranno e dove saranno presi i soldi? La nuova autostrada si affiancherà all’attuale E 45 (e quindi quest’ultima resterà in funzione) oppure ne prenderà il posto? E se ne prenderà il posto, quanto costerà ai cittadini umbri pagare il pedaggio per quei percorsi che oggi fanno in tanti ogni giorno, più volte al giorno? Dove saranno e quanti saranno i caselli di entrata? Se è previsto un tracciato tutto nuovo, dove passerà? E se è previsto solo l’allargamento della strada esistente, ci sono gli spazi e le condizioni materiali per farlo? Sono stati calcolati i danni che ne verranno al territorio e al paesaggio? Non sarebbe meno costoso e più utile intervenire sui soli punti critici della superstrada esistente, risolvendo alcuni problemi ben noti, ma lasciando invariato il resto? Un serio dibattito pubblico su questi temi non può mancare.